Valorizzare il locale

“Questo è un periodo di raccolta delle coltivazioni seminate in primavera – ci dice Laura Nervo – e anche un inizio di messa a dimora di piantini per l’autunno: abbiamo già piantato i porri e i cavolini di Bruxelles.

Finché l’acqua viene su dal pozzo va bene, perché effettivamente è un periodo difficile: le temperature asciugano tutto molto in fretta e quindi va bagnato di più. Poi c’è l’erba. Guardavo questa mattina che i porri sono sommersi dall’erba, anche se sono solo 15 giorni che li ho puliti, quindi bisogna mettersi lì di buona voglia e togliere l’erba. L’erba, infatti, viene rallentata dove c’è siccità, ma dove c’è la coltura cresce molto rigogliosa.

Al pomodoro metto la pacciamatura, che aiuta a mantenere di più l’umidità e con queste temperature giova perché riesci a mantenere un pochino più fresco il terreno; senza pacciamatura ho visto che il terreno asciuga molto più in fretta, sei obbligato a bagnare molto di più e a consumare molta più acqua.

In questi anni mi sono resa conto che io sono una goccia in mezzo all’oceano, non c’è la volontà, l’interesse perché sono sempre altre le cose più importanti, purtroppo nella politica l’ambiente e il suolo, vogliono far credere, ma non interessa a nessuno. Non sanno neanche quando ci sono i prodotti e quali sono le peculiarità; quando non conosci le realtà e non ne hai la competenza non sai valorizzare, dare importanza e tutelare e purtroppo l’agricoltura è sempre quella che viene meno tutelata.

Si parla si dice, ci sono tremila discorsi sul cibo, poi magari quando organizzano delle serate di degustazioni a tema, vanno a recuperare dei prodotti dalla grossa distribuzione, che non sanno da dove arrivano.
Non sanno valorizzare il locale e questo ti fa già pensare.

Il fatto che ci siano dei giovani impegnati, però, è positivo e per fortuna ce ne sono ancora
”.

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Storie di agricoltura.