L’agricoltura biologica è inseparabile dal nostro modo di vivere
Intervista al dr Tsutaia
Il passato. Ci piacerebbe sapere come ha cominciato ad interessarsi dell’agricoltura biologica; il suo interesse per l’agricoltura biologica è diventato un vero e proprio lavoro?
Ho conosciuto “l’agricoltura biologica” grazie a mia moglie. Lei ha cominciato a cucinare il riso integrale biologico. Forse mia moglie è stata influenzata da sua sorella che mangiava principalmente riso integrale e verdure.
Ho cominciato a lavorare per la Banca Centrale dell’Agricoltura e Forestale nel 1971 e, proprio in quell’anno, hanno cominciato le attività sull’agricoltura biologica. Io però non conoscevo questo movimento perchè si parlava principalmente di politiche per ridurre la coltivazione del riso. In quegli anni si pensava che la sovrapproduzione di riso fosse un grande problema.
Sempre nel 1971 quando lavoravo per la Banca Centrale dell’Agricoltura e Forestale nella filiale di Takamatsu, ho ricevuto una visita dal Sig.Teruo Ichiraku e l’ho guidato a un allevamento di lombrichi. Il Sig Ichiraku ha fondato il Gruppo di Studio sull’Agricoltura Biologica. Ho cenato con lui insieme ai miei colleghi e ho appreso per la prima volta dell’esistenza del Gruppo.
Intorno al 1978, poco dopo il trasferimento nella sede della Banca, ho saputo che esisteva un Gruppo di Studio organizzato dall’Istituto di Ricerca Cooperativa a cui ho deciso di partecipare. Nel saluto di apertura, il Sig. Teruo Ichiraku ha parlato dell’importanza dell’agricoltura biologica e della necessità di solidarietà fra produttori e consumatori. Così mi sono reso conto del valore dell’agricoltura biologica e ho capito che l’agricoltura biologica è estremamente importante e inseparabile dal nostro modo di vivere.
Dopo di che, credo intorno al 1985, quando ho visitato il Tokyo Yaesuguchi Book Center, ho trovato per caso e comprato “La rivoluzione del filo di paglia” di Masanobu Fukuoka e l’ho letto subito. È la storia umana che, non solo trascura ma, distrugge l’ambiente e le condizioni necessarie alla sua esistenza attraverso la civilizzazione e la modernizzazione. Quindi non c’è futuro senza tornare alle ragioni della natura. Sono rimasto affascinato da questa filosofia e dalla visione dell’universo. Credo che in quel momento non solo ho capito l’agricoltura biologica/agricoltura naturale ma è anche entrata profondamente in me stesso.
Mi sono distaccato all’Istituto di Ricerche della Banca dell’agricoltura e forestale (successivamente trasferito) nel 1996. Prima avevo intenzione di dedicarmi alla gestione ma poco dopo il mio trasferimento, il bollettino mensile “Finanza dell’agricoltura e delle foreste” stava progettando un servizio speciale sull’agricoltura biologica, ma non c’erano abbastanza autori per renderlo un servizio speciale, quindi mi sono costretto a scrivere per la prima volta un trattato sull’agricoltura biologica. Il tema era “Revisione della legge agricola di base e la futura direzione dell’agricoltura giapponese”, in cui la mia argomentazione è stata sviluppata includendo il fatto che l’agricoltura giapponese dovrebbe essere convertita in un’agricoltura che riduce il carico ambientale come l’agricoltura biologica. Questo era un riassunto di ciò che ho sentito e pensato riguardo al modo ideale dell’agricoltura giapponese mentre lavoravo presso la filiale di Kumamoto per 2 anni e 7 mesi dal 1991. Dopo aver scritto il trattato cominciarono a susseguirsi lezioni e richieste di partecipazione a gruppi di studio e comitati. E la stesura di questo trattato è stata una svolta, perchè ho cominciato non solo la gestione ma anche la ricerca sull’agricoltura biologica e le problematiche ambientali sono diventate uno degli argomenti importanti della ricerca successiva.