L’orto-giardino
“Nel 2025 – ci illustra Andrea Giaccardi dell’Orto del Pianbosco – mi piacerebbe attuare nella mia azienda una sperimentazione, che ho già attivato in un orto che sto seguendo. Nell’Istituto di salute mentale di Cussanio abbiamo fatto appunto un orto a cassoni piccolo con delle colture che vengono messe in atto dagli ospiti della struttura.
Mi piacerebbe farlo qua in azienda perché penso che in quel modo riuscirei a risolvere i problemi di struttura del suolo che qui è molto compatto, molto argilloso e che quindi andrei a bypassare facendo una coltivazione fuori suolo appoggiata semplicemente al substrato che abbiamo.
Penso che sia una modalità facilmente ripetibile in altre esperienze, in altre aziende, e che sia un qualcosa che si può tranquillamente monitorare su piccola scala, se c’è qualcuno che annota dei dati e degli sviluppi.
Nei bancali andrei a fare una coltivazione consociata e qui sta un po’ l’innovazione, almeno per quello che riguarda il nostro territorio. Perché, che io sappia, ci sono ben poche esperienze di consociazioni e di test sulle consociazioni fatte, sia a livello accademico sia a livello professionale.
Mi piacerebbe sperimentarlo su alcuni ortaggi, diciamo più da foglia, più da insalate. Questo per una questione nostra, ma si può tranquillamente allargare l’esperienza anche alla cultura che io abitualmente faccio in pieno campo e che di solito non lo andrei a fare in aiuola.
Però per l’esperimento, se serve, si può tranquillamente fare con qualunque ortaggio ci venga in mente.
L’idea di orto giardino è anche perché da un po’ mi capita di incontrare non solo l’esigenza degli agricoltori professionisti, ma anche quella dell’orticoltore hobbista, che sempre più spesso intercetto, come studente o curioso rispetto a quello che facciamo noi, per poi andarlo a riprodurre a casa.
Quindi mi darà una mano appunto a sviluppare questo genere di esperienza, per poi avere una ricaduta su tutti quelli che sono gli orti domestici, gli orti familiari non produttivi in termini commerciali, ma che sono sicuramente interessanti perché hanno una grossa ricaduta sul pubblico anche in termini di immagine e di promozione. L’innovazione è comunque soprattutto nel discorso della consociazione e nella ricerca su quel tema”.