La spugna di luffa

“La luffa appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee – ci spiega Greta de Le Erbe di Brillor – e annovera meno di una decina di specie. 
Tra queste ce n’è una di particolare interesse, detta cylindrica, che viene utilizzata sia a scopo alimentare che per produrre la spugna di luffa. Il nome ricorda la parola louff in uso tra gli arabi proprio per indicare questa pianta, e ne evidenzia chiaramente le origini. 

Si tratta di una grande pianta erbacea annuale, rampicante, i cui fusti raggiungono anche i 5 metri di lunghezza, che produce frutti allungati e cilindrici che racchiudono i semi. 
Con la maturazione, la polpa del frutto si modifica e, da morbida e commestibile allo stadio giovanile, diventa all’interno fibrosa e spugnosa e le sue fibre divengono coriacee ed elastiche, caratteristiche che la rendono adatta ad ottenere la spugna di luffa, un prodotto cosmetico davvero interessante. Se i frutti vengono lasciati sulla pianta senza coglierli, si avviano verso la naturale maturazione, diventando duri e fibrosi e la loro polpa diventa immangiabile: è a questo stadio che subentra l’uso in campo cosmetico. 

Grazie alle caratteristiche fisiche e meccaniche delle fibre del frutto maturo, se ne produce la spugna di luffa, una spugna vegetale, naturale, ipoallergenica e biodegradabile, ottima alternativa alle spugne sintetiche. 
La spugna di luffa si sciacqua molto facilmente, dura moltissimo tempo ed è più igienica di quelle sintetiche”.

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