Sacco e vasetti
La nostra azienda si chiama Società Agricola Sacco e Vasetti di Stefano Vittone ed Emanuele Femia, siamo di Vinovo, in provincia di Torino.
Siamo un’azienda che coltiva circa un ettaro di campo a orticole perché crediamo molto nella sostenibilità, e, quindi, usiamo come tipo di irrigazione il goccia goccia, cerchiamo di usare la meccanizzazione al minimo e per tale ragione passiamo pochissimo col trattore. Cerchiamo di rispettare la terra e non facciamo grandi lavorazioni.
Cerchiamo di lavorare il terreno una volta ogni tot anni, non tutti gli anni; ovviamente ogni tanto di rinnovo ce n’è bisogno, però, diciamo che si fa ogni 3-4 anni, il minimo indispensabile, l’obiettivo è quello.
Quindi, lavoriamo prevalentemente con pacciamatura. Nel momento in cui togliamo l’orticola lasciamo le radici nel terreno; insomma prendiamo vari spunti da varie agricolture naturali come la sinergica, la permacultura, l’agrodinamica.
Io personalmente ho fatto dei corsi, in agricoltura sinergica e in biodinamica.
Siamo anche un po’ autodidatti, perché stiamo imparando sul campo e stiamo sperimentando, visto che siamo un’azienda giovane, esistiamo da poco più di due anni. Siamo in due, io mio cugino. Mio cugino prima di intraprendere questo lavoro aveva un asilo nido, mentre io facevo il cuoco. Lui è un educatore e, infatti, negli anni ci piacerebbe intraprendere tutta una parte di didattica, ma per adesso è solo un progetto.
Io prima facevo il cuoco perché ho fatto l’istituto alberghiero e ho viaggiato un po’, finiti gli studi.
Dopo il diploma ho intrapreso dei viaggi per lavoro: ho vissuto a Barcellona per tre anni, a Copenaghen per altri due, insomma ho fatto un po’ di esperienze; con l’andare del tempo ho capito che non era la mia strada e da lì mi sono avvicinato di più al mondo agricolo, al prodotto. In realtà il passaggio è stato cucina – prodotto – agricoltura: prima cucina normale, poi una cucina con la ricerca di un prodotto di un certo tipo, quindi, anche prodotti antichi, con il recupero di materie prime di qualità e da lì mi sono avvicinato all’agricoltura con una prima esperienza in vigna, poi, i corsi di agricoltura sinergica e biodinamica e, infine, qui.
Noi siamo tornati al nostro paese di origine. Essendoci nati, avevano lì le radici le nostre famiglie.
L’idea principale era concentrarsi maggiormente sul trasformato e dedicarsi sia alla coltivazione, ma principalmente alla coltivazione per il trasformato.
Strada facendo ci siamo accorti che, purtroppo, con il laboratorio piccolo che abbiamo si faceva fatica a stare dietro ai grandi numeri di trasformati e, quindi, da lì ci siamo anche appassionati, ci sta piacendo sempre di più l’orticolo e il seminativo.
Noi abbiamo alcuni semi che produciamo noi, tipo l’insalata, che è una canasta che recuperò mio nonno 30-40 anni fa dal vicino di casa e poi noi, ritornando qua, abbiamo voluto recuperare questo seme.
Quindi l’insalata la facciamo noi, le zucche le facciamo noi; gli altri “piantini” li compriamo da un vivaio certificato biologico.
A me piacerebbe riuscire a prenderci una cascina qua, per dedicarci alla questione didattica, tema che a noi interessa molto: l’idea di far conoscere alle nuove generazioni come nasce un’insalata, come va in seme un’insalata, come nasce un frutto su un albero. Il grande sogno sarebbe questo.