Fattoria Lucciano
Io e mio fratello siamo la quinta generazione di agricoltori – racconta Mario Lucciano di Civita Castellana (VT). Una volta era un’azienda che serviva fondamentalmente al sostentamento della famiglia come la maggior parte delle piccole fattorie alle periferie delle città, poi il mio bisnonno ha iniziato ad offrire la nostra produzione anche fuori dal nucleo familiare. La nostra prima produzione è stato l’olio d’oliva: mio nonno, tra le due guerre, aprì il primo frantoio oleario. L’altro bisnonno era un viticoltore. I figli di questi due bisnonni erano di due paesi abbastanza vicini ma non confinanti. Il mio bisnonno viticoltore veniva ad acquistare l’uva a Corchiano, nel nostro paese di origine, e in uno di questi viaggi per l’acquisto di uve i miei nonni si sono conosciuti, sin sono sposati, l’azienda si è ingrandita e per alcuni anni si è fatto olio e vino.
A metà degli anni ’70 mio padre è entrato in azienda, lui faceva altro, studiava a Roma come architetto, solo che aveva questa passione per l’agricoltura; già da ragazzettino o appena fidanzato con mamma, aveva iniziato con l’allevamento di conigli, poi, entrato in azienda, ha acquistato i primi capi di bestiame, delle vacche Bruna alpina, una razza molto rustica, perché lui aveva in mente di fare quello che facciamo oggi, quindi vacche libere, che vanno al pascolo, che hanno poco bisogno di cure veterinarie, che sono molto indipendenti, partoriscono da sole. Le comprò a Isernia, zona magari non tipicamente idonea all’allevamento della vacca bruna, in realtà si prestava benissimo. Era un momento molto particolare perché in zootecnia la produzione di prodotti biologici agricoli, a filiera corta, a km zero non esistevano. Mio padre, tra i suoi tanti meriti, ha quello di aver introdotto, già 40 anni fa, quelle che sono le moderne metodologie di allevamento, metodi di conduzione di un’azienda agricola biologica.
Abbiamo sempre fatto sostanzialmente agricoltura biologica, mio nonno era una persona di paese, non aveva fatto grandi studi o aveva nozioni in più rispetto agli altri, però lui aveva un ottimo istinto. Ricordo sempre che diceva “io non so per quale motivo però a me tutta questa robaccia che danno non mi convince”; “tutta questa robaccia” erano i pesticidi che sembravano la salvezza dell’agricoltura mondiale degli anni ’60-’70 e lui non li diede mai. La prima certificazione l’abbiamo avuta nel 1989 con la legge della certificazione del biologico, la legge 52, che sostanzialmente era una validazione che faceva l’Asl poi, nel 1991, con la prima legge regionale, siamo stati riconosciuti dall’ente certificatore come una delle prime aziende in Italia, la seconda nel Lazio.
Io e mio fratello, quando siamo entrati in azienda, abbiamo introdotto delle migliorie, abbiamo realizzato la cantina, la struttura ricettiva, abbiamo potenziato la linea di vendita commerciale, abbiamo introdotto la produzione delle nocciole d’ottane sgusciate, abbiamo rinnovato il frantoio e abbiamo iniziato a introdurre l’olio d’oliva in bottiglia. In azienda oggi lavoriamo noi 4 del nucleo familiare e una decina di dipendenti.