Cuore di bue e spalla gialla

Quest’anno abbiamo fatto una sperimentazione – spiega ancora Fabrizio in un campo per vedere come venisse il cuore di bue lì. I risultati sono soddisfacenti fino a un certo punto: il problema della spalla gialla che ha attanagliato la mia azienda nel periodo primaverile si è verificato in forma minore, ma si è verificato. Nelle mie coltivazioni raccoglievo il primo palco e poi le altre erano completamente rovinate da questa spalla gialla, in questo caso c’è una forma molto più leggera, lo scarto è minimo ma si riesce a raccogliere anche in palchi più alti. Sono diversi anni che cerchiamo una varietà che ci soddisfi. Il prossimo anno sicuramente metteremo i cuore di bue prima e cercheremo di capire quale può essere una varietà che ci soddisfi sia dal punto di vista del gusto che dal punto di vista della qualità del frutto, perché in questo caso, oltre alla spalla gialla, che è un problema ahimè comune, ho notato che il torsolo bianco in certi momenti arrivava molto in fondo e questa è una roba che può dar fastidio, non è qualitativamente molto accettabile. Li abbiamo messi tardissimo, intorno al 10 o addirittura al 20 di aprile, abbiamo fatto più che altro una prova per capire come si comportasse cuore di bue lì. Abbiamo messo diversi tipi di varietà, qualcuna ibrida, qualcuna non ibrida ma sempre dal punto di vista della sperimentazione diciamo che il pomodoro ibrido magari ha avuto una produzione un pochino più alta, ha avuto la pianta un po’ più sana. Il pomodoro standard, non ibrido, risulta essere un po’ più rustico. Il pomodoro ibrido nasce per chi concima molto il pomodoro, cioè per una coltivazione “più intensiva”, noi siamo più per il vivi e lascia vivere nel senso noi non lo trattiamo come viene trattato in generale da chi fa pomodoro”.

Storie di agricoltura.