Grano saraceno, senza glutine

Il grano saraceno – ci racconta Claudio di Cascina Danesa nonostante sia un cereale, non è una graminacea come tutti i cereali vernini, ha una famiglia botanica diversa e quindi, in realtà, è impropriamente chiamato grano perché col grano non è assolutamente imparentato. È una pianta molto rustica, che ha poco bisogno di acqua e sostanze nutritive, viene anche in terreni marginali.

Non ha bisogno di un granché, nessun apporto idrico. Questo spiega anche perché veniva coltivato nelle montagne povere, era un’alternativa alla castagna e
alla segale.
Ha un ciclo molto corto, questa è un’altra caratteristica che lo rendeva vincente su per la montagna dove i periodi di estate, di caldo, sono relativamente brevi.
Si semina in estate, si raccoglie a inizio autunno-metà autunno, dipende quando si è seminato.

Il grano saraceno ha una maturazione scalare, come la canapa: significa che non tutti i semi sono maturi nello stesso momento ed è una pianta che tende a perdere i semi, a differenza del grano, quindi mano a mano che maturano cadono, per cui si miete quando il ciclo non è ancora finito perché altrimenti si perde
troppa granella.

Si miete con la mietitrebbia normale e si mette ad asciugare, se il periodo è buono, anche su un selciato e con il sole.

La farina di grano saraceno viene utilizzata molto dalle persone che non possono mangiare glutine, poi viene utilizzata sempre più dalle persone che non vogliono mangiare glutine e quindi di ricette se ne trovano di tutti i gusti, sono le più disparate, dal pane alle torte alla pasta, dai pizzoccheri alla polenta taragna.”

Su www.agrispesa.it puoi trovare il grano saraceno decorticato di Claudio.

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