Le cose le sappiamo, ma ogni tanto ci fa bene ricordarcele.
” Mi sono commossa a rivedere il vostro pacco. “
Elisabetta, Genova
” Questa settimana abbiamo ricevuto la spesa ed è stato come tornare a casa, grazie. “
Francesco, Milano
Servono, ogni tanto, dei messaggi come quelli che abbiamo ricevuto da Elisabetta e Francesco, per darci forza e ricordarci che abbiamo la fortuna, da ormai 28 anni, di fare un lavoro bellissimo, importante e
proteso ad un cambiamento di costume.
Quando leggiamo parole come quelle di Elisabetta e Francesco, ci facciamo forza di ciò in cui abbiamo sempre creduto. Perché anche noi, come abbiamo scritto, nel titolo ‘le cose le sappiamo, ma ogni tanto ci fa bene ricordarcele’.
A tale scopo riportiamo di seguito le parole di Simona Limentani, che dal 2002 al 2007 ha sperimentato con noi presso la Cascina del Cornale i primi passi di Agrispesa, per poi avviare, a Roma, l’esperienza di
Zolle.
“ Agrispesa si pone come mediatore tra chi produce e chi acquista: attua in modo capillare e personalizzato non solo uno scambio di prodotti, ma anche la trasmissione di informazioni e di saperi che sono legati alla vita di quei prodotti.
La mediazione di Agrispesa può far conoscere le necessità intrinseche del lavoro agricolo che non si capiscono acquistando cibo in un supermercato o ricevendo informazioni dalla pubblicità.
Agrispesa introduce una modalità non abituale di fare la spesa: crea un centro di attenzione intorno al cibo.
La scatola che arriva in casa è l’occasione di un’attesa, di una sorpresa legata al “chissà cosa si mangerà” che la routine del supermercato ha ucciso.
Capita spesso di parlare con le famiglie che ricevono Agrispesa: dicono che non vanno più al supermercato, che non comprano più cibi precotti, che hanno scoperto un modo per coinvolgere i figli nella preparazione del cibo, o che scoprono da adulti cosa vuol dire cucinare, e ne sono contenti.
Sentendo parlare queste persone pensiamo che Agrispesa, che è essenzialmente un’attività commerciale, possa di fatto far parte di un più vasto cambiamento di costume relativo al produrre e al consumare il cibo”.
Simona Limentani, 2003