Colture che richiedono poca acqua
In questo momento siamo in fase di raccolta – ci racconta Claudio Priotti – è un momento impegnativo, stiamo contemporaneamente raccogliendo patate, mele, pere.
La settimana scorsa abbiamo trebbiato i girasoli, tra qualche giorno dovremmo raccogliere nel nostro campo collezione dei mais da seme che ci siamo riprodotti per l’anno prossimo.
Col girasole faremo due cose: essendo un girasole striato lo porterò a decorticare e ne farò sacchettini, forse anche in versione tostato; con l’altra parte, vorrei comunque provare a fare l’olio.
La qualità sarà sicuramente migliore dell’olio di girasole da supermercato, ma io sono un po’ spaventato dalla resa e dai costi e mi chiedo davvero se ci sia un mercato; ho paura che il nostro olio di girasole costerà più caro di un olio d’oliva.
Il grano duro è bellissimo, veramente stupendo quest’anno, il senatore cappelli, la qualità sembra molto alta.
I ceci sono andati bene, con le lenticchie invece è stato un disastro.
Frutta ce n’è parecchia, abbiamo fatto un gran lavoro su mirtilli, fragole, lamponi, adesso su mele e pere di frutta c’è davvero tanta, la pezzatura è buona.
Quindi è stata un’annata difficile, perché comunque ci sono stati soprattutto un paio di mesi dell’estate in cui la carenza dell’acqua è diventata, in alcuni momenti, veramente critica però ce l’abbiamo fatta forse anche grazie al fatto che abbiamo sempre creduto in colture che avessero bisogno di poco apporto idrico, che avessero una certa rusticità.
Diciamo che la nostra scelta ci permette di fare poco, ma sempre più o meno lo stesso poco.
Le pesche sono andate abbastanza bene, la produzione è stata bassa. Le conserviamo al fresco senza altri trattamenti conservanti: vengono messe in cella bassa temperatura intorno ai 3- 5° e basta.
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