Biologico, grano e pianificazione
“Da 3-4 mesi – ci racconta Flavia di Agricoltura bio – il mercato del biologico si è fermato. Il convenzionale, soprattutto i cereali, è triplicato di prezzo, anche se sono triplicati i costi di produzione. Il biologico invece si è fermato: i piccoli produttori di frutta biologica sono disperati perché i prodotti non si vendono. Chi ritira i nostri fagioli ci ha detto di non seminarli: quest’anno non sa cosa farne. Mancando i soldi, chi si stava approcciando al biologico oggi è tornato al convenzionale.
Che molti agricoltori si stiano convertendo al biologico non è vero, anche se l’UE dà gli incentivi. L’Italia è avanti rispetto agli altri Paesi, perché Sicilia e Lazio hanno superfici enormi di foraggio bio, che è come i nostri prati: dato che contano gli ettari e non la coltura che vi si pratica, l’Italia è avanti.
Le aziende agricole vanno piano a convertire, perché il mercato non premia, né in termini di valore né di richiesta. Quindi, anche con l’incentivo, se poi i prodotti non si vendono, tirati giù i conti, è davvero scoraggiante.
L’altissima qualità si vendeva poco e continua a vendersi quel poco. Chi acquistava prodotto medio è passato al cibo spazzatura, anziché ridurre la quantità e passare al cibo di alta qualità.
È questione di cultura, non c’è interesse a fare azioni serie sul biologico.
In Italia è così, il ministro dell’agricoltura ha detto cominciamo pure a coltivare ogm: fino a ieri erano vietati e adesso si potranno coltivare per l’emergenza!! Non è così che funziona, ci vorrebbe una pianificazione. Manca il grano: manca perché avete sempre solo premiato le aziende straniere, tutti i grandi produttori di pasta si sono sempre rivolti al mercato straniero. Non è che noi non siamo capaci di coltivare il grano, ma se non ce lo pagate il giusto, smettiamo di coltivarlo. Non è che adesso all’improvviso ci sono 200.000 ettari in più, buttate giù grano, buttate giù grano: ma quanto me lo pagherai questo grano? Se arriviamo a luglio, quando noi trebbiamo, e sbloccano le navi dall’Ucraina, dal Canada e voi lo riprendete da loro, cosa ne facciamo del nostro grano? A quel punto ti dicono te lo pago quello che voglio io.”
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